La moto, utilizzata dal fotografo Ferruccio per districarsi al meglio nel traffico della Capitale ed arrivare il prima possibile sul posto per scattare le migliori foto, è prodotta dall’ISSI (Istituto Scientifico Sperimentale Industriale) e commercializzata dalla REOM (Società per il commercio e l’industria Radio Elettrica Ottica Meccanica). Entrambe le società facevano capo ai fratelli Ducati che le avevano fondate dopo avere ceduto l’azienda di famiglia allo Stato.
La moto si presenta con alcune caratteristiche innovative. La sua principale ed esclusiva caratteristica è il telaio tubolare con il motore a sbalzo infulcrato coassialmente al forcellone a cui è ancorato: in tal modo il gruppo propulsore oscilla in sincrono con il forcellone stesso, mantenendo sempre costante la tensione della catena.Definita come “la moto moderna ad integrale sospensione idraulica”, sia la forcella che gli ammortizzatori posteriori sono idraulici, a differenza di tutte le motoleggere dell’epoca.
Al progetto della Idroflex , infatti hanno lavorato Stefano e Guglielmo Marzocchi che si faranno conoscere pochi anni dopo per le loro eccellenti produzioni di forcelle ed ammortizzatori. Il motore della Idroflex è un monocilindrico a due tempi orizzontale raffreddato ad aria con alesaggio e corsa di 52×50 mm, quindi un “corsa corta”, altro elemento innovativo per l’epoca; nonostante la cilindrata di soli 106 cc, denuncia una potenza di circa 5 CV a 4600 giri e tocca agevolmente la velocità di 75 km/h. Il cambio è in blocco a tre velocità. Il consumo è particolarmente ridotto: circa 50 km/litro indice di un approfondito studio del sistema di alimentazione, in particolare nel disegno dei travasi.