Per poter risolvere con successo un caso di cronaca nera è indispensabile utilizzare il giusto metodo investigativo; ovviamente l’ausilio della tecnica e della scienza applicate in laboratorio e sulla scena del crimine è indispensabile, tuttavia nulla può il metodo scientifico da solo se non viene adeguatamente interpretato dalla logica e dalla analisi creativa che solo un investigatore può avere. In altri termini, per quanto all’avanguardia possano essere gli strumenti scientifici utilizzati, solo il fattore umano permette di tradurre i segni e le tracce di un reato sulla scena del crimine nell’individuazione del responsabile.

Ma qual è il migliore metodo di ragionamento investigativo da utilizzare? Nel campo della logica si suole parlare di ragionamento deduttivo ed induttivo; nel primo caso da una regola generale riesco ad individuare, dedurre, il caso particolare; nel secondo caso faccio l’inverso: da una situazione particolare che riesco a valutare come vera, risalgo ad una regola generale. Esempio: tutte armi da fuoco sono potenzialmente mortali- regola generale- la Glisenti 1910 della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza Michele Aiello è un’arma da fuoco- situazione particolare, quindi la Glisenti 1910 è potenzialmente mortale: una regola generale l’ho applicata al caso particolare.

Oppure: visto che ogni volta che una la Glisenti 1910 spara un colpo si creano delle particelle dello sparo, situazione particolare, allora se c’è stato uno sparo, sicuramente ci saranno delle particelle di quello sparo : dal caso particolare risalgo al caso generale.

Ebbene, a quale metodo si sarà ispirato Colasanti nella brillante risoluzione dei casi con cui ha avuto a che fare? Sicuramente né al primo e né al secondo! Questo perché su una scena del crimine non v’è nessun dato sicuro e verificato, né come regola generale, né come regola particolare, per cui il bravo Colasanti ha dovuto anzitutto ipotizzare che una determinata ipotesi potesse considerarsi valida, aiutandosi ovviamente con i dati della polizia scientifica di cui si parlava sopra e successivamente escludendo gradualmente tutte le ipotesi eventualmente meno coerenti con il progressivo svolgimento dell’indagine che rende tutte le ipotesi formulate più o meno credibili. E’ un metodo tipico della ricerca scientifica che prende il nome di abduzione. Per cui, tornando all’esempio della Glisenti 1910, Colasanti e i suoi uomini dovranno anzitutto ipotizzare che la pistola abbia sparato e facendo vera questa ipotesi, ricercare la conseguente polvere da sparo; il prosieguo delle indagini potrà avvalorare l’intuizione di Colasanti o fargli capire che è necessario invece battere altre strade. Solo dopo aver accertato vera l’ipotesi formulata, avvalendosi dei dati di laboratorio elaborati dalla Scientifica si potrà passare al metodo induttivo e quindi formulare la regola generale : la Glisenti 1910 ha sicuramente sparato, quindi devo cercare la polvere da sparo.

Ancora alcuni esempi presi dalle indagini  svolte dalla sezione omicidi della squadra mobile di Colasanti : si ponga il caso che la finestra della cucina dell’abitazione della vittima venga trovata ad un primo sopralluogo aperta; l’ipotesi formulata inizialmente dal maresciallo Laguardia è l’aggressore sia entrato dalla finestra : potrebbe essersi verificata la circostanza secondo cui la vittima abbia aperto poco prima la finestra della cucina per il caldo; cosa disporrebbe Colasanti? Di verificare la presenza di segni di scasso, di impronte di calzature o di tracce di terriccio sul davanzale.

Omicidio di Chiara Lombardi; il cancello di accesso alla Cisterna delle Sette Sale risulta essere semichiuso, secondo Laguardia l’aggressore è scappato dal cancello tentando precipitosamente di chiuderlo, Colasanti ordina ai suoi uomini di verificare la presenza di impronte digitali sulla maniglia e lungo le estremità di chiusura e di riscontrare la presenza di segni di scasso sul cancello; infine dispone di controllare lo stato di tutte le eventuali ed ulteriori vie d’accesso alla Cisterna.

Riassumendo è possibile affermare che in una investigazione sarà necessario anzitutto acquisire delle ipotesi temporanee di lavoro, secondo il metodo di abduzione descritto prima, quindi pianificare le attività d’indagine, assegnando agli uomini i vari compiti in relazione agli obiettivi che la ipotesi investigativa richiede; sviluppare di conseguenza le attività così come vengono guidate dagli elementi raccolti, utilizzo del metodo induttivo e infine riassumere il tutto in un unicum unitario e coerente che porti alla risoluzione del caso. Solo nell’ultima fase si utilizzerà il metodo deduttivo, essendo in possesso di tutte le conoscenze necessarie per dedurre da una premessa vera la verità della conclusione.